Arcangelo Corelli e il Concerto Grosso

Nel 1714 verranno pubblicati postumi i Concerti grossi, Con duoi Violini e Violoncello di Concertino obligati e duoi altri Violini, Viola e Basso di Concerto Grosso ad arbitrio, che si potranno raddoppiare, Dedicati all’Altezza Serenissima Elettorale di Giovanni Guglielmo

Opera sesta di Arcangelo Corelli (Fusignano 1653 – Roma 1713)

Attenendoci a quanto detto dall’aristocratico britannico Charles Burney, essi «sembrano aver resistito a tutti gli attacchi del tempo e della moda con più fermezza di qualsiasi altra sua opera». «Virtuoso dell’Eminentissimo Cardinal Pietro Otthoboni», Corelli fu il più grande violinista e «vero Orfeo» del suo tempo, capace di condurre la musica verso un’arcadica vaghezza classicheggiante. Nel 1689 il ventiduenne Pietro Ottoboni, pronipote del pontefice Alessandro VIII, divenne cardinale e vicecancelliere di Santa Romana Chiesa.

Sotto l’arguta direzione di questo porporato «amatore di musica, poesia e di allegrezze», per mezzo secolo (sino al 1740) il Palazzo della Cancelleria, con l’annessa basilica di San Lorenzo in Damaso, divenne l’opulente fulcro del patronage più originale e illuminato della città. Qui fiorirono gli ideali letterari della «benemerita e celebre Accademia d’Arcadia» (istituita, fra gli altri, da Gian Vincenzo Gravina e Giovanni Mario Crescimbeni) nello stesso momento in cui, nel teatrino, nelle sale e nel giardino del cardinale risuonavano le melodie di Carlo Francesco Pollarolo, Alessandro Scarlatti, Flavio Lanciani e Georg Friedrich Händel e si allestivano opere con «scene, prospettive e macchine» dell’architetto Filippo Juvarra; i dipinti di Filippo Maria Crespi, Domenico Paradisi e Francesco Trevisani facevano poi da pendant alla vasta biblioteca curata da Francesco Bianchini, mentre il programma delle attività musicali, tanto sacre quanto mondane, era guidato sublimemente da Arcangelo Corelli che accortamente dosava gli organici di quel mirabile «confugio di virtuosi», in base al repertorio e alle differenti occasioni.

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di Attilio Cantore