Francesco Onofrio Manfredini e i “12 Concerti Op. 3”

Francesco Onofrio Manfredini nacque a Pistoia nel 1684 e si formò presso la scuola di musica della Basilica di San Petronio a Bologna. Fra i suoi maestri spiccano il violinista Giuseppe Torelli (1658-1709) e il compositore Giacomo Antonio Perti (1661-1756). Visse in prima persona i momenti difficili della crisi della Cappella Musicale bolognese quando, nel febbraio del 1696 la Fabbriceria, gestore delle risorse economiche della Basilica, decise di licenziare tutti i musicisti tranne il maestro di cappella e l’organista.

Costretto ad abbandonare Bologna, nel 1700 ottenne l’incarico di primo violino presso l’Accademia dello Spirito Santo di Ferrara, dove rimase circa 4 anni.

Nel 1704 ottenne l’incarico di suonatore presso l’Accademia Filarmonica di Bologna e iniziò la sua carriera di compositore con i 12 Concertini per camera a violino e violoncello o tiorba, op. 1.
Nel 1711, durante un soggiorno a Venezia, ebbe l’occasione d’incontrare il principe Antonio Grimaldi, un nobile estroso appassionato di teatro, formatosi culturalmente a Parigi. Da quell’incontro scaturì una grande opportunità per Manfredini che decise di spostarsi a Monaco, dove rimase 15 anni. Del 1718 sono i 12 Concerti a due violini e basso continuo obbligato, e due altri violini, viola e B. di rinforzo ad arbitrio, con una Pastorale per il SS. Natale dedicati all’Altezza Serenissima di Antonio I, Principe di Monaco, Duca del Valentinese, Pari di Francia. La pubblicazione dell’opera 3 di Manfredini avvenne a Bologna, il che dimostra i contatti ininterrotti fra Manfredini e l’ambiente musicale del capoluogo emiliano.

Passati tre lustri alla corte monegasca, Manfredini ritornò nella città natale di Pistoia dove divenne maestro di cappella e organista presso la cattedrale di San Filippo. Di questo periodo è la maggior parte degli oratori, di cui ci sono giunti solo alcuni libretti.
Morì a Pistoia il 6 ottobre del 1762.

I 12 Concerti (…) Op. 3 di Manfredini seguono le altrettante Sinfonie da chiesa Op. 2 del 1709. Il numero delle composizioni presente nelle raccolte e la presenza in entrambe di una Pastorale per il SS. Natale possono considerarsi una dedica nemmeno troppo celata alla celebre Op. 6 di Arcangelo Corelli.

Diversamente dall’opera di Corelli, i concerti dell’Op. 3 di Manfredini non appartengono tutti al genere del Concerto Grosso, ma possono essere divisi in tre gruppi: concerti con un’unica linea per i violini e una parte di viola decisamente più interessante dell’usuale ripieno armonico (1-4); concerti solistici per violino (5-8); concerti grossi (9-12).

Tutti i Concerti sono solitamente composti da 3 movimenti con la predilezione per i tempi veloci quali Allegro e Presto. Spesso accade che questi vengano introdotti o conclusi da brevi Adagio che però non possono considerarsi dei veri e propri movimenti.

Dal punto di vista del linguaggio musicale, Manfredini s’ispira al patrimonio tradizionale bolognese, con evidenti richiami ad Arcangelo Corelli (Concerto n. 12), e alle produzioni del contemporaneo Antonio Vivaldi (Concerto n. 6). Non mancano interessanti rielaborazioni del materiale musicale popolare italiano e francese, come nell’Allegro in forma di tarantella del Concerto n. 5 o nelle brevi danze finali dei Concerti n. 1 e n. 2.

Nel 2020 i Furiosi Affetti – Orchestra Barocca di Roma hanno pubblicato per Urania Records il CD “Les musiciens des princes au XVIIIème siècle” con un’ampia selezione dei 12 Concerti Op. 3.

Giorgio Bottiglioni