Un italiano nella Londra del Settecento

 

Nell’edizione del febbraio 1796 The Freemasons’ Magazine and Cabinet of Universal Literature riporta il verbale della riunione di consacrazione di una nuova loggia massonica londinese, The Nine Muses 330, probabilmente ad emulazione di quella parigina Les Neuf Soeurs costituita l’anno precedente:

 

On the 14th January, 1777, a Meeting was held at the “Thatched House Tavern”, St. James’s Street, by the following:

BRETHREN:

 

John Hull, Esq., as R.W.M.

Raphael Franco, Esq., as S.W.

The Rev. Dr. William Dodd, as J.W.

Robert Biggin, Esq., as Treasure, and

The Chevalier Bartholomew Ruspini.

 

VISITORS:

 

Richard Barker, Esq.

William Porter, Esq.

Jean Baptiste Cipriani, Esq.

~. Borghi, Esq.

 

Spiccano, fra tutti, i nomi di alcuni italiani, quale quello del cavaliere Bartolomeo Ruspini, affermato dentista bergamasco giunto in Inghilterra nel 1752 alla giovane età di 24 anni, assurto addirittura a dentista di corte, al servizio della Principessa Augusta, madre del Re Giorgio III.

Giovanni Battista Cipriani, pittore fiorentino, giunse a Londra nel 1755 e fu uno dei quattro italiani che nel 1768 fondarono, insieme ad altri 32 artisti, la Royal Academy of Art. Il suo nome è entrato nella storia grazie alla commissione che ebbe da re Giorgio III per decorare, con figure allegoriche e mitologiche, l’esterno della Gold State Coach, la carrozza reale da parata, ancora oggi usata in occasione di importanti eventi della famiglia regnante inglese.

Nello stesso articolo la rivista riporta un elenco dei personaggi più illustri iniziati in questa nuova loggia dal 1777 al 1785. Troviamo l’incisore Francesco Bartolozzi, i musicisti Carl Friedrich Abel, Wilhelm Cramer, Felice Giardini, il Conte Cavelli, ambasciatore di Venezia e Francesco D’Ageno, ambasciatore di Genova.

In un tale consesso trova spazio anche la figura di Luigi Borghi, citato fra i visitatori della riunione alla Thatched House Tavern del 14 gennaio 1777.

 

Il periodo nel quale opera ‘The Lodge of Nine Muses’è un periodo di grande fervore per gli studi libero muratori.

Successivamente ai noti ‘Exposures’, una sorta di proto-rituali utilizzati come promemoria durante le riunioni di Loggia (i più noti saranno Three Distinct Knocksdel 1760 e Jachin e Boazdel 1762), iniziano infatti ad essere pubblicati i cosiddetti ‘Trattati’ filosofico-simbolici.

Questi documenti, diversi dai rituali, svilupperanno una nuova e originale interpretazione riguardo i contenuti del percorso iniziatico libero-muratorio, spesso con forme e contenuti eterogenei ma certamente interessanti.

Il primo di questi ‘trattati’ si può considerare il testo Candid Disquisition di Wellins Calcott, del 1769, una illustrazione della Libera Muratoria ma anche una difesa dai suoi detrattori. Seguiranno nell’ordine il famosissimo testo di William Preston Illustration of Masonry, del 1772, (soprattutto nella parte iniziale intitolata Vindication of Masonry, un complesso trattato sul rapporto tra l’Uomo e la Natura), The Spirit of Freemasonry di Wiliam Hutchinson del 1775, Uses and Abuse of Freemasonry di George Smith del 1783, The Master Key di John Browne del 1798 e, in conclusione, The Masonic Treatise di William Finch del 1801.

Molte fonti danno come quasi certa la nascita di Borghi a Bologna nel 1745, ma non esistono ad oggi documenti comprovanti la veridicità di questa informazione. Fu allievo di Gaetano Pugnani, violinista torinese, a sua volta allievo di Giovanni Battista Somis, fondatore della grande scuola violinista piemontese.

Poco più che ventenne, Borghi viaggiò in mezza Europa al seguito del maestro Pugnani, che teneva concerti in tutte le sale e teatri più importanti, da Parigi a San Pietroburgo, da Londra a Berlino.

La prima data certa nella biografia di Borghi è il 1772, anno in cui l’editore londinese William Napier pubblicò le sue 6 Sonate per Violino e Basso Continuo Op. 1, indicando accanto al nome del compositore la dicitura Elève du célèbre Pugnani. L’inserimento nel panorama londinese non dovette essere traumatico per il giovane violinista emiliano se già in quest’anno fu proprio lui a presentare all’allora direttore dell’Opera presso il Covent Garden, Felice Giardini, il violinista, violista e compositore William Shield, che dall’anno seguente diventò Prima Viola dell’orchestra. Anche per Shield è certa l’appartenenza al consesso libero-muratorio, come testimonia un verbale della loggia cittadina di Durham, datato 21 febbraio 1776, in cui si dice che partecipò alla riunione in qualità di membro della St. John’s Lodge di Newcastle.

La vita musicale londinese di questi anni era molto ricca soprattutto grazie all’attività di Johann Christian Bach, ultimo figlio del grande Johann Sebastian, che, insieme al violista da gamba Friederick Abel, dal 1764 organizzò un’importantissima stagione concertistica presso una sala in Hanover Square, i cosiddetti Bach-Abel Concerts, dove si esibirono tutti i più grandi musicisti dell’epoca, fra cui sicuramente anche il nostro Borghi. Fu proprio Bach ad invitare a Londra e ospitare presso la sua casa per diverso tempo il violinista Wilhelm Cramer, che contese per anni il titolo di miglior violinista di Londra al nostro Felice Giardini, prima dell’arrivo di Peter Salomon. La figura di Cramer fu decisiva per la carriera di Luigi Borghi perché il tedesco scelse proprio il bolognese come Secondo Violino del suo quartetto, che negli ultimi venti anni del Settecento fu tra i più famosi di tutta Europa.

Nel novembre del 1776 venne a mancare il compositore e clavicembalista napoletano Mattia Vento, che da tredici anni viveva a Londra, ottenendo grande successo sia per le sue opere sia per la sua attività di didatta. L’anno seguente la vedova Vento organizzò un grande concerto in memoria del marito e molti dei musicisti italiani al tempo emigrati in Inghilterra parteciparono all’evento, fra questi Luigi Borghi.

Come si evince dalla polizza antincendio sottoscritta nel 1777, Luigi Borghi aveva acquistato un appartamento in Charles Street; in questa zona vivevano anche Giardini e Bach e qui avevano luogo i principali concerti da loro organizzati, nonché un buon numero di riunioni massoniche all’interno delle classiche taverne londinesi. I legami fra Musica e Libera Muratoria in questi anni erano strettissimi come testimonia il concerto del 3 aprile 1778 organizzato da Bach e Abel presso la Freemason’s Hall in cui si esibirono Giardini e Cramer insieme ad altri musicisti dell’epoca.

Sicuramente prima del 1780 Borghi compose i 6 Divertimenti per 2 Violini Op. 3dedicati all’Ambasciatore della Repubblica di Genova, Francesco Maria Ageno, iniziato, come già visto, nella Nine Muses Lodge nel 1779.

Nel 1782 Borghi si trasferì in John Street, presso Oxford Market, a due passi dal nuovo “tempio” della musica londinese, il Pantheon, un edificio inaugurato il 27 gennaio del 1772 e per il cui progetto l’architetto neogotico James Wyatt si ispirò all’omonimo monumento romano; ne furono direttori dapprima Giardini, dal 1774 al 1779 e quindi Cramer, dal 1780 al 1782.

Come in tutta Europa, anche a Londra in questi anni era molto in voga il melodramma italiano che raccontava storie tratte dalla mitologia greca o dalla storia romana. Il principale luogo deputato a tali rappresentazioni era il King’s Theatre, di cui Giardini fu a più riprese direttore. Proprio per questo teatro Borghi compose, insieme al francese Charles Le Picq e allo spagnolo Vicente Martìn y Soler The celebrated opera dances : as performed at the Kings Theatre in the Haymarket 1783, for the harpsichord, violin &c. Composed by Sig. Borghi, and others.”

Dal 1783 al 1785 Borghi lavorò nell’orchestra di questo stesso teatro ed iniziò un’intensa attività col Quartetto Cramer presso la sala dell’Hanover Square, dove, conclusasi la quindicinale esperienza dei Bach-Abel Concerts, il violinista tedesco organizzò per il decennio 1783-1793 i Professional Concerts.

L’attività musicale di Borghi doveva essere davvero molto intensa in questi anni, come testimonia la pubblicazione nel 1783 dei Six solos for a violin & bass… Opera quarta,il cui frontespizio fu inciso dai fratelli Bartolozzi e Cipriani. Bartolozzi era solito incidere i frontespizi delle partiture dei suoi compagni di loggia e proprio a lui si deve l’unico ritratto di Felice Giardini, presente nella sua Op. 3. I concerti a sottoscrizione organizzati dagli artisti fin qui citati erano studiati fin nei minimi dettagli: compito del Bartolozzi era incidere le decorazioni dei biglietti d’ingresso!

Nei mesi di maggio e giugno del 1784 ebbero luogo gli Haendel Memorial Concerts, tenutisi in Westminster Abbeye al Pantheon: Luigi Borghi partecipò a questo importantissimo evento quale professore d’orchestra nella sezione dei Secondi Violini.

L’intensa attività di questi anni fu ricompensata con l’ammissione di Borghi, il 2 luglio del 1785, alla Royal Society of Musicians.

Nel 1786 pubblicò, presso la stamperia musicale di John Preston a Londra, i Six Duetts for a Violin and Violoncello or Violin and Tenor, Op. 5 dedicati a Ralph Sheldon. Il dedicatario è probabilmente il diretto discendente dell’omonimo famoso antiquario del Seicento, nonché tenente colonnello della 3rd Worwickshire Militia ai tempi delle Guerre Napoleoniche e membro del Parlamento.

Nel frontespizio il compositore tiene a sottolineare che for the accomodation of the public the author has adapted the part of the Violoncello for the Tenor and printed it separately.

Nell’adattamento per Viola dello stesso autore, che è stato scelto per il presente CD, è evidente l’interesse di Borghi di mettere in risalto tutte le potenzialità dello strumento, inserendo doppie corde, sia nelle parti di accompagnamento sia in quelle più melodiche, fiorendo maggiormente queste ultime con abbellimenti e terzine, non lesinando mai passaggi virtuosistici. Ne risulta un’opera ben diversa, quanto a difficoltà tecnica ed espressiva per la Viola, rispetto ai poco precedenti duetti di Mozart e Michael Haydn (1783).

Ciascun duetto è costituito da due movimenti: il primo solitamente in forma sonata, il secondo in forma di Rondò. Alla tonalità di Do maggiore del primo Duetto, seguono il Si bemolle maggiore del secondo e il Re maggiore, il Sol maggiore, il La maggiore e il Mi bemolle maggiore dei successivi.

Dell’anno successivo sono le 6 Ouvertures, Op. 6con incisione di Bartolozzi, dedicate al Duca del Dorset, John Frederick Sackville, ambasciatore britannico a Versailles, grande e stimato giocatore di cricket.

L’anno seguente Borghi compì un viaggio in Germania ed è attestata la composizione di un suo Concerto per Violino e Orchestra nel mese di ottobre.

Nel 1790, sotto la leadershipdi Cramer, Borghi suonò il violino nell’orchestra della London Opera Company(che, a causa del grande incendio al King’s Theatre dell’anno precedente, si esibì all’Haymarket dal 7/1 al 12/6 e dal 15/6 al 17/7). Borghi successe a Cramer nella direzione della London Opera Company proprio nell’anno seguente ed ebbe l’occasione d’incontrare il soprano Anna Casentini, che divenne sua moglie nel 1792: la coppia si stabilì nel 1794 al 14 di Hanover Street, nei pressi di Hanover Square, nel solito quartiere dei nostri artisti.

Degli ultimi anni di Borghi, morto probabilmente nel 1806, non si conosce quasi nulla; pressoché la totalità delle sue composizioni viene datata al più tardi nei primissimi anni ’90 e solo i Six duetts for two violins… senza numero d’opera dovrebbero risalire al 1800.

Del resto il favoloso gruppo di artisti e libero muratori della Nine Muses Lodge si era ormai sfaldato a partire dalla morte di Bach nel 1782, la partenza di Giardini per San Pietroburgo nel 1792, le disgrazie finanziarie di Cramer.

Sulle scene londinesi era comparso un nuovo astro del violinismo internazionale: Giovanni Battista Viotti, il violinista più amato da Maria Antonietta a Versailles, fuggito dalla Rivoluzione. Un altro italiano, un altro massone, un altro grande violinista che entusiasmò il pubblico britannico.

Nel 2020 Lorenzo Gugole (violino) e Giorgio Bottiglioni (viola), entrambi membri e solisti dei Furiosi Affetti – Orchestra Barocca di Roma, hanno inciso il CD “Borghi: 6 Duets, op. 5” con la casa discografica Urania Records.